giovedì 18 settembre 2008

Inceneritore,le ragioni del NO

Gli inceneritori sono impianti particolarmente costosi per i contribuenti italiani ma redditizi per costruttori e gestori i quali, oltre alla tassa per lo smaltimento dei "rifiuti", percepiscono delle sovvenzioni pubbliche elargite dallo Stato grazie a un trucco (già condannato dalle autorità europee) che assimila i "rifiuti" alle fonti di energia rinnovabile. Il business dell'incenerimento è tuttora sostenuto con sovvenzioni pubbliche per la parte biodegradabile, sovvenzioni che di fatto incentivano l'incenerimento della frazione con maggior potere calorico come carta e legno, ostacolando il loro recupero e disincentivando la raccolta differenziata.
Gli inceneritori non sono una seria alternativa alla discarica perché a loro volta richiedono la creazione di discariche speciali per lo stoccaggio delle ceneri tossiche prodotte in quantità superiore (30%) a quanto risulterebbe da smaltire dopo la raccolta differenziata fatta con il metodo porta a porta e il trattamento meccanico-biologico (TMB) che separa il residuo indifferenziato.
La poca energia elettrica prodotta dagli inceneritori ha dei costi insostenibili sotto il profilo ambientale e sanitario. Infatti gli inceneritori hanno il merito di produrre oltre 200 tipi di emissioni tossiche in atmosfera. Molte di queste non possono essere monitorate perché la loro composizione chimica e fisica subisce delle alterazioni. Ma una cosa è certa: solo una piccolissima parte delle particelle prodotte dalla combustione dei rifiuti è trattenuta dai filtri (tanto decantati da Hera) perché moltissime nanoparticelle si formano per condensazione dei gas che fuoriescono dal camino (particolato secondario). La loro tossicità deriva dal fatto che inglobano metalli pesanti. E più sono piccole, più sono pericolose. L'impatto ambientale e i rischi sanitari prodotti dalle nanoparticelle e dalle diossine sono tali da sconsigliare l' adesione alla politica dell'incenerimento ad amministratori che intendono tutelare la salute dei cittadini.
Soprattutto perché le alternative sostenibili ci sono. Oltre alla raccolta differenziata spinta si possono recuperare materiali spesso preziosi, separandoli negli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) per poi avviarli al riciclo. Questa pratica consente un risparmio di energia circa quattro volte superiore a quella prodotta con l'incenerimento. Inoltre l'Unione Europea ha deciso di mettere in atto politiche serie per ridurre drasticamente la quantità di rifiuti di ogni genere.
Le conseguenze presenti e future di una politica antieconomica e suicida come quella che favorisce l'incenerimento le paghiamo noi ed i nostri figli. Chi ritiene di risolvere il problema rifiuti spazzando la polvere di casa sotto il tappeto rifletta sul fatto che anche se non si vede resta con noi.

Comitato Riccione per l'energia pulita,Laboratorio sociale Paz, Grillipensanti Rimini,Associazione Rifiuti Zero Rimini

1 commento:

Anonimo ha detto...

Secondo me i nostri amministratori sanno benissimo che esistono queste tecnologie.Sono però un pugno negli occhi per Hera,rimanendo fuori con queste dalla torta dei finanziamenti destinata in ogni altra parte del mondo alle fonti rinnovabili.
I termovalorizzatori assimilati alle fonti rinnovabili perchè producono un pò di energia è assurdo.Difatti a parte noi non lo fa nessuno.