La differenzia porta a porta costa di piu?Assolutamente no!
CONSORZIO INTERCOMUNALE PRIULA:105.000 utenze e 238.000 abitanti.
Il Consorzio gestisce l'intero ciclo dei rifiuti urbani di 24 comuni della provincia di Treviso.
La tariffa applicata a tutte le utenze consortili è commisurata alla reale produzione di rifiuto da parte di ogni utenza e alla potenzialità di servizio fornito.
Gli importi base della Tariffa applicata alle utenze domestiche nel 2006 sono i seguenti :
• parte fissa: è uguale per tutte le famiglie e corrisponde a 79,74 €/utenza;
• parte variabile: è rapportato al numero di svuotamenti del contenitore del secco non riciclabile
Una famiglia servita dal consorzio sta pagando una quota fissa di 79,74 € un quota variabile media di 88,83 €
UGUALE
168.57 EURO
E questa è la media.Se uno fa il bravo risparmia pure di piu..
- Brochure del consorzio
giovedì 25 settembre 2008
Porta a porta a Gambettola
I VERDI di Gambettola contestano i dati, forniti da Hera e Provincia di Forlì-Cesena, sull’aumento della raccolta differenziata: «Quei dati — spiega Giancarlo Biondi portavoce dei Verdi — tengono conto degli “assimilati”, cioè dei rifiuti prodotti dalle aziende che vengono sommati a rifiuti urbani al fine di aumentare in modo fittizio la percentuale della raccolta differenziata. In questo modo non si riducono i conferimenti nelle discariche e agli inceneritori, con grave danno all’ambiente e aumentano i costi delle tariffe a carico dei cittadini utenti. I Verdi esprimono disapprovazione per il sistema della raccolta dei rifiuti urbani in uso a Gambettola e, più in generale, per tutto il territorio della Provincia, tranne pochissime lodevoli eccezioni. Secondo una recente indagine nazionale (Istat 2007) l’attuale sistema di raccolta e smaltimento produce un continuo incremento della quantità dei rifiuti, e le città romagnole sono tra le prime in Italia per la quantità dei rifiuti smaltiti nelle discariche e negli inceneritori».
ECCO LA PROPOSTA dei Verdi: «Occorre progettare un diverso sistema di raccolta che riduca la produzione dei rifiuti diminuendo progressivamente lo smaltimento in favore del riuso e del recupero della materia. Si può estendere anche a Gambettola il sistema di raccolta “porta a porta” che si è dimostrato efficace, economico e risolutore per il miglioramento dell’ambiente urbano: elimina il triste spettacolo dei cassonetti stracolmi e maleodoranti».
Vincenzo D’Altri (Resto del Carlino)
ECCO LA PROPOSTA dei Verdi: «Occorre progettare un diverso sistema di raccolta che riduca la produzione dei rifiuti diminuendo progressivamente lo smaltimento in favore del riuso e del recupero della materia. Si può estendere anche a Gambettola il sistema di raccolta “porta a porta” che si è dimostrato efficace, economico e risolutore per il miglioramento dell’ambiente urbano: elimina il triste spettacolo dei cassonetti stracolmi e maleodoranti».
Vincenzo D’Altri (Resto del Carlino)
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No inceneritore Raibano
martedì 23 settembre 2008
Raccolta differenziata: Torino vs Novara 33 a 68
Novara risparmia 2 milioni di euro. Massimo Giordano (Sindaco di Novara):
Chiamparino ignora che con la differenziata diminuiscono i costi di smaltimento".
23 aprile 2007 - Enrico Miceli
Fonte: meetup torino
La tv online antenneattive.org e il meetup di Torino hanno recentemente intervistato il sindaco Sergio Chiamparino per parlare della strategia di gestione rifiuti adottata dalla città.
Il Sindaco si dichiara subito a favore della costruzione del termovalizzatore nel Gerbido parlando di una scelta obbligata: "Nel 2009 chiuderà la discarica di Basse di Stura, quindi la scelta è tra il termovalorizzatore o il portare i rifiuti altrove". Massimo Giordano, sindaco di Novara - città che ha ottenuto quasi il 70 % di rifiuti in raccolta differenziata - puntualizza che la scelta di costruzione di un inceneritore "E' vincolata solo per quelle città che non hanno tenuto conto, per la gestione dei loro rifiuti, della raccolta differenziata". Inoltre Nevio Perna, Responsabile provinciale Rifiuti Legambiente, fa presente che "L'inceneritore non elimina la discarica, la tecnologia della griglia mobile (cioè quella scelta per il Gerbido) comporta una quantità di ceneri prodotte molto elevata, pari circa al 25-30% dei rifiuti che vengono inceneriti", quindi, seguendo i principi base della fisica, i rifiuti non vengono distrutti ma solo trasformati in polveri che si liberanno nell'atmosfera. Il Sindaco di Torino parla poi dei paesi del nord Europa, gli inventori della raccolta differenziata, dicendo che "questi paesi hanno i termovalorizzatori da più di 50 anni" e quando gli viene fatto presente che però oggi non li costruisce più nessuno, nega sostenendo che "Non è così, basta informarsi". Le informazioni divulgate da Legambiente - definita dallo stesso sindaco Chiamparino una "fonte non sospetta" - ci dicono però che, dall'85 ad oggi, dei 405 inceneritori presenti in Europa ne sono rimasti in funzione poco più di 300.
Chiamparino poi sembra cadere dalle nuvole quando gli viene chiesto un parere sugli ottimi risultati raggiunti dal Comune di Novara, che in soli 2 anni ha portato la raccolta differenziata da poco più del 30% all'invidiabile cifra del 68%, la più elevata in Italia. Il sindaco di Torino dice "A me non risulta questo dato. In qualsiasi centro urbano superare il 50% è un miracolo, perché la gestione di questo tipo di raccolta ha dei costi non sostenibili per i cittadini. Inoltre noi siamo al 33% di raccolta differenziata e vantiamo il più alto tasso d'Italia". Riccardo Lanzo, vicepresidente Assa (la società che si occupa della gestione dei rifiuti a Novara), contraddice però quanto sostenuto dal sindaco del torinese "Il sindaco di Torino si riferisce ai dati del 2003, infatti Novara all'epoca era al 35%. Oggi però siamo al 68%. Inoltre non c'è stato nessun incremento nei costi, anzi, se non ci fosse stata la differenziata avremmo addirittura speso 2 milioni di euro in più". Anche il sindaco di Novara Massimo Giordano è netto "Chiamparino non conosce il problema. E' chiaro che le spese di gestione ci sono, ma il sindaco di Torino ignora che diminuiscono di molto i costi per lo smaltimento dei rifiuti".
Perché allora a Torino (ma anche altrove)si vuole costruire l'inquinante inceneritore del Gerbido invece di investire nella raccolta differenziata? La regione Piemonte ha autorizzato, circa un mese fa, la costruzione dell'impianto. Alcuni consiglieri di Verdi e Rifondazione, insieme a Legambiente ed altri, avevano però fatto ricorso al TAR per via di un 'vizio di forma' nella presentazione della domanda di autorizzazione. I consiglieri in questione, dopo aver causato un 'spaccatura' nella maggioranza sono stati 'costretti' a ritirare le firme dal documento. Non sembrano quindi esserci grossi ostacoli per la costruzione della struttura.
Nel convegno sui rifiuti che si è tenuto a Novara nel marzo 2007, tra i relatori era presente Paul Connett, professore di chimica industriale presso l'Università San Lawrence di New York e promotore della strategia 'rifiuti zero' che nella città di San Francisco (850.000 abitanti) sta ottenendo da anni enormi risultati nel settore della raccolta differenziata (grazie a questa tecnica già dal 2001 la differenziata a San Francisco superava il 50%). L'obiettivo dichiarato da Connett è, per il 2020, di non avere più rifiuti da destinare alle discariche. Forse è verosimile pensare che il problema rifiuti della città di Torino (ma non solo, forse di tutt'Italia) sia riassumibile proprio in quest'affermazione del sindaco Chiamparino Io non so chi sia Paul Connett. Per me è uno sconosciuto.
- SITO WEB DEL CONSORZIO DI BACINO BASSO NOVARESE (205.000 ABITANTI 65% DI RACCOLTA DIFFERENZIATA)
Chiamparino ignora che con la differenziata diminuiscono i costi di smaltimento".
23 aprile 2007 - Enrico Miceli
Fonte: meetup torino
La tv online antenneattive.org e il meetup di Torino hanno recentemente intervistato il sindaco Sergio Chiamparino per parlare della strategia di gestione rifiuti adottata dalla città.
Il Sindaco si dichiara subito a favore della costruzione del termovalizzatore nel Gerbido parlando di una scelta obbligata: "Nel 2009 chiuderà la discarica di Basse di Stura, quindi la scelta è tra il termovalorizzatore o il portare i rifiuti altrove". Massimo Giordano, sindaco di Novara - città che ha ottenuto quasi il 70 % di rifiuti in raccolta differenziata - puntualizza che la scelta di costruzione di un inceneritore "E' vincolata solo per quelle città che non hanno tenuto conto, per la gestione dei loro rifiuti, della raccolta differenziata". Inoltre Nevio Perna, Responsabile provinciale Rifiuti Legambiente, fa presente che "L'inceneritore non elimina la discarica, la tecnologia della griglia mobile (cioè quella scelta per il Gerbido) comporta una quantità di ceneri prodotte molto elevata, pari circa al 25-30% dei rifiuti che vengono inceneriti", quindi, seguendo i principi base della fisica, i rifiuti non vengono distrutti ma solo trasformati in polveri che si liberanno nell'atmosfera. Il Sindaco di Torino parla poi dei paesi del nord Europa, gli inventori della raccolta differenziata, dicendo che "questi paesi hanno i termovalorizzatori da più di 50 anni" e quando gli viene fatto presente che però oggi non li costruisce più nessuno, nega sostenendo che "Non è così, basta informarsi". Le informazioni divulgate da Legambiente - definita dallo stesso sindaco Chiamparino una "fonte non sospetta" - ci dicono però che, dall'85 ad oggi, dei 405 inceneritori presenti in Europa ne sono rimasti in funzione poco più di 300.
Chiamparino poi sembra cadere dalle nuvole quando gli viene chiesto un parere sugli ottimi risultati raggiunti dal Comune di Novara, che in soli 2 anni ha portato la raccolta differenziata da poco più del 30% all'invidiabile cifra del 68%, la più elevata in Italia. Il sindaco di Torino dice "A me non risulta questo dato. In qualsiasi centro urbano superare il 50% è un miracolo, perché la gestione di questo tipo di raccolta ha dei costi non sostenibili per i cittadini. Inoltre noi siamo al 33% di raccolta differenziata e vantiamo il più alto tasso d'Italia". Riccardo Lanzo, vicepresidente Assa (la società che si occupa della gestione dei rifiuti a Novara), contraddice però quanto sostenuto dal sindaco del torinese "Il sindaco di Torino si riferisce ai dati del 2003, infatti Novara all'epoca era al 35%. Oggi però siamo al 68%. Inoltre non c'è stato nessun incremento nei costi, anzi, se non ci fosse stata la differenziata avremmo addirittura speso 2 milioni di euro in più". Anche il sindaco di Novara Massimo Giordano è netto "Chiamparino non conosce il problema. E' chiaro che le spese di gestione ci sono, ma il sindaco di Torino ignora che diminuiscono di molto i costi per lo smaltimento dei rifiuti".
Perché allora a Torino (ma anche altrove)si vuole costruire l'inquinante inceneritore del Gerbido invece di investire nella raccolta differenziata? La regione Piemonte ha autorizzato, circa un mese fa, la costruzione dell'impianto. Alcuni consiglieri di Verdi e Rifondazione, insieme a Legambiente ed altri, avevano però fatto ricorso al TAR per via di un 'vizio di forma' nella presentazione della domanda di autorizzazione. I consiglieri in questione, dopo aver causato un 'spaccatura' nella maggioranza sono stati 'costretti' a ritirare le firme dal documento. Non sembrano quindi esserci grossi ostacoli per la costruzione della struttura.
Nel convegno sui rifiuti che si è tenuto a Novara nel marzo 2007, tra i relatori era presente Paul Connett, professore di chimica industriale presso l'Università San Lawrence di New York e promotore della strategia 'rifiuti zero' che nella città di San Francisco (850.000 abitanti) sta ottenendo da anni enormi risultati nel settore della raccolta differenziata (grazie a questa tecnica già dal 2001 la differenziata a San Francisco superava il 50%). L'obiettivo dichiarato da Connett è, per il 2020, di non avere più rifiuti da destinare alle discariche. Forse è verosimile pensare che il problema rifiuti della città di Torino (ma non solo, forse di tutt'Italia) sia riassumibile proprio in quest'affermazione del sindaco Chiamparino Io non so chi sia Paul Connett. Per me è uno sconosciuto.
- SITO WEB DEL CONSORZIO DI BACINO BASSO NOVARESE (205.000 ABITANTI 65% DI RACCOLTA DIFFERENZIATA)
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No inceneritore Raibano
Kompogas
Come ottenere biogas dai rifiuti
Questo è un'eccellente modo per alimentare con combustibile molto più ecologico i camion di Hera.
Alcuni suoi dirigenti in giro per i quartieri (a spiegare quanto sia indispensabile il nuovo quarto forno)al discorso raccolta differenziata porta a porta sollevano sempre la stessa obbiezione,ossia che i vari camioncini in giro per la città potrebbero inquinare più che l'inceneritore stesso.A parte l'inesattezza dell'affermazione,ecco un'ottima ulteriore soluzione.
Purtroppo il video è solamente in lingua inglese,francese o spagnolo.
- VIDEOPRESENTAZIONE IN INGLESE
- VIDEOPRESENTAZIONE IN SPAGNOLO
- VIDEOPRESENTAZIONE IN FRANCESE
Questo è un'eccellente modo per alimentare con combustibile molto più ecologico i camion di Hera.
Alcuni suoi dirigenti in giro per i quartieri (a spiegare quanto sia indispensabile il nuovo quarto forno)al discorso raccolta differenziata porta a porta sollevano sempre la stessa obbiezione,ossia che i vari camioncini in giro per la città potrebbero inquinare più che l'inceneritore stesso.A parte l'inesattezza dell'affermazione,ecco un'ottima ulteriore soluzione.
Purtroppo il video è solamente in lingua inglese,francese o spagnolo.
- VIDEOPRESENTAZIONE IN INGLESE
- VIDEOPRESENTAZIONE IN SPAGNOLO
- VIDEOPRESENTAZIONE IN FRANCESE
Il giornalismo dei polli
Il giornalismo dei polli
Chi non ricorda gli allarmi sulla “pandemia” dei polli in arrivo dall’Asia? Chi non rammenta le raccomandazioni del ministero della Sanità e dei suoi sedicenti esperti? Chi non ha perquisito con occhio sospettoso la gallina che razzolava nella sua casa di campagna, chi non ha tremato dinnanzi alla foto del cigno morto di un male oscuro e misterioso in Turkmenistan o dell’anatra un po’ palliduccia rinvenuta in Papuasia, evitando per precauzione di acquistare carne avicola? Chi può dimenticare la scena di Lamberto Sposini che divora un pollo arrosto in piena edizione serale del TG5? Bene, quello della terribile influenza aviaria è un caso di scuola, uno dei molti dell’informazione scientifica che di tanto in tanto ci piove in casa sull’onda di qualche emozione o suggestione collettiva, di solito ben pilotata da chi declina furbescamente la parola “salute” e agita lo spauracchio della malattia per incassare soldi a palate.
Del resto, che cosa è rimasto della guerra intorno alla “multiterapia” anticancro inventata dal canuto professor Luigi Di Bella? Anni e anni di battaglie politico-giudiziario-mediatiche in cui l’unica cosa chiara era che la chemioterapia era di sinistra e la somatostatina era di destra, e solo perché in quel momento al governo c’era il centrosinistra e il centrodestra usava Di Bella come ariete per mettere in difficoltà il governo. Altrimenti le parti si sarebbero invertite. Quanti puoi siano stati i malati curati con la sperimentazione Di Bella che sono effettivamente guariti e quanti quelli che, abbondante le terapie tradizionali, sono morti, è un dato secondario che non interessa a nessuno.
Lo stesso discorso vale per gli inceneritori che, con un soave maquillage semantico, vengono ribattezzati “termovalorizzatori” secondo la stessa logica per cui le dittature filosovietiche di oltrecortina erano chiamate leggiadramente “repubbliche democratiche”. Inceneritore fa pensare alla cenere, alle scorie, all’aria puzzolente, al cielo grigiastro, alle malattie respiratorie; termovalorizzatore è qualcosa di positivo, di bello, che evoca il risparmio (valorizza qualcosa). Viene spacciato addirittura come “fonte di energia rinnovabile” e richiama il tepore del caminetto domestico nelle gelide notti di inverno. Che poi emetta nonopolveri killer da PM2,5 a PM0,1 che nessun filtro può fermare, o che produca diossina altamente cancerogena, nessuno (o quasi) lo dice. E sul fatto che una montagna di ricerche scientifiche dimostri come gli inceneritori di rifiuti siano dannosi alla salute umana e non risolvano alcun problema, ne’ in tema di smaltimenti dei rifiuti ne’ in tema di energie alternative di smaltimento, meglio sorvolare. Silenzio anche sull’esperienza delle città che hanno adottato la strategia “Rifiuti Zero” e che puntano su tecniche alternative di smaltimento senza combustione: come il trattamento biologico, la raccolta differenziata “porta a porta”, la riduzione a monte dei rifiuti e imballaggi responsabilizzando le aziende produttrici a farsi carico dell’intero ciclo d’uso.
Il comune di Buenos Aires, per esempio, si è dato l’obiettivo di chiudere tutti gli inceneritori e di riciclare tutti i rifiuti entro il 2020. In Gran Bretagna, la contea del Lancashire (1,2 milioni di abitanti) ha rinunciato nel settembre 2005 a costruire un megainceneritore, puntando sul trattamento meccanico-biologico “a freddo”, ritenuto anche da Greenpeace un metodo più rispettoso per l’ambiente e la salute umana. Diverse province italiane stanno battendo la stessa strada: le ultime sono Savona, Alessandria e Novara, dove grazie al “porta a porta”, giunto al 70 per cento di raccolta differenziata, sono stati cancellati progetti di nuovi inceneritori e nuove discariche. Forse, se ne sapessimo tutti di più, difficilmente accetteremmo che lo Stato italiano finanzi con sussidi pubblici gli inceneritori attraverso una congrua trattenuta su ogni bolletta dell’Enel. Forse, un’informazione che partisse dai fatti, e non dalle suggestioni, dal pressappochismo e dagli interessi economici, contrasterebbe programmi alla Quark, dove nel settembre 2006 si magnificavano con rutilanti servizi gli inceneritori di Barcellona, con queste sfavillanti parole spacciate per “servizio pubblico”: “Inceneritori e depuratori: due impianti che nessuno desidera sotto casa propria. Eppure a Barcellona, con l’utilizzo di moderne ed efficienti tecnologie, hanno realizzato questi impianti in piena città, costruendoci sopra anche un auditorium, un centro congressi e alberghi a cinque stelle delle più grandi catene internazionali”. Firmato: Piero Angela e famiglia. Sembra uno scherzo, ma anche in questo caso le informazioni più qualificate si trovano sul blog di Beppe Grillo, che si avvale di consulenti di altissimo livello in campo medico, biologico, ed epidemiologico.
di Marco Travaglio
Tratto dal libro “La scomparsa dei fatti”
Chi non ricorda gli allarmi sulla “pandemia” dei polli in arrivo dall’Asia? Chi non rammenta le raccomandazioni del ministero della Sanità e dei suoi sedicenti esperti? Chi non ha perquisito con occhio sospettoso la gallina che razzolava nella sua casa di campagna, chi non ha tremato dinnanzi alla foto del cigno morto di un male oscuro e misterioso in Turkmenistan o dell’anatra un po’ palliduccia rinvenuta in Papuasia, evitando per precauzione di acquistare carne avicola? Chi può dimenticare la scena di Lamberto Sposini che divora un pollo arrosto in piena edizione serale del TG5? Bene, quello della terribile influenza aviaria è un caso di scuola, uno dei molti dell’informazione scientifica che di tanto in tanto ci piove in casa sull’onda di qualche emozione o suggestione collettiva, di solito ben pilotata da chi declina furbescamente la parola “salute” e agita lo spauracchio della malattia per incassare soldi a palate.
Del resto, che cosa è rimasto della guerra intorno alla “multiterapia” anticancro inventata dal canuto professor Luigi Di Bella? Anni e anni di battaglie politico-giudiziario-mediatiche in cui l’unica cosa chiara era che la chemioterapia era di sinistra e la somatostatina era di destra, e solo perché in quel momento al governo c’era il centrosinistra e il centrodestra usava Di Bella come ariete per mettere in difficoltà il governo. Altrimenti le parti si sarebbero invertite. Quanti puoi siano stati i malati curati con la sperimentazione Di Bella che sono effettivamente guariti e quanti quelli che, abbondante le terapie tradizionali, sono morti, è un dato secondario che non interessa a nessuno.
Lo stesso discorso vale per gli inceneritori che, con un soave maquillage semantico, vengono ribattezzati “termovalorizzatori” secondo la stessa logica per cui le dittature filosovietiche di oltrecortina erano chiamate leggiadramente “repubbliche democratiche”. Inceneritore fa pensare alla cenere, alle scorie, all’aria puzzolente, al cielo grigiastro, alle malattie respiratorie; termovalorizzatore è qualcosa di positivo, di bello, che evoca il risparmio (valorizza qualcosa). Viene spacciato addirittura come “fonte di energia rinnovabile” e richiama il tepore del caminetto domestico nelle gelide notti di inverno. Che poi emetta nonopolveri killer da PM2,5 a PM0,1 che nessun filtro può fermare, o che produca diossina altamente cancerogena, nessuno (o quasi) lo dice. E sul fatto che una montagna di ricerche scientifiche dimostri come gli inceneritori di rifiuti siano dannosi alla salute umana e non risolvano alcun problema, ne’ in tema di smaltimenti dei rifiuti ne’ in tema di energie alternative di smaltimento, meglio sorvolare. Silenzio anche sull’esperienza delle città che hanno adottato la strategia “Rifiuti Zero” e che puntano su tecniche alternative di smaltimento senza combustione: come il trattamento biologico, la raccolta differenziata “porta a porta”, la riduzione a monte dei rifiuti e imballaggi responsabilizzando le aziende produttrici a farsi carico dell’intero ciclo d’uso.
Il comune di Buenos Aires, per esempio, si è dato l’obiettivo di chiudere tutti gli inceneritori e di riciclare tutti i rifiuti entro il 2020. In Gran Bretagna, la contea del Lancashire (1,2 milioni di abitanti) ha rinunciato nel settembre 2005 a costruire un megainceneritore, puntando sul trattamento meccanico-biologico “a freddo”, ritenuto anche da Greenpeace un metodo più rispettoso per l’ambiente e la salute umana. Diverse province italiane stanno battendo la stessa strada: le ultime sono Savona, Alessandria e Novara, dove grazie al “porta a porta”, giunto al 70 per cento di raccolta differenziata, sono stati cancellati progetti di nuovi inceneritori e nuove discariche. Forse, se ne sapessimo tutti di più, difficilmente accetteremmo che lo Stato italiano finanzi con sussidi pubblici gli inceneritori attraverso una congrua trattenuta su ogni bolletta dell’Enel. Forse, un’informazione che partisse dai fatti, e non dalle suggestioni, dal pressappochismo e dagli interessi economici, contrasterebbe programmi alla Quark, dove nel settembre 2006 si magnificavano con rutilanti servizi gli inceneritori di Barcellona, con queste sfavillanti parole spacciate per “servizio pubblico”: “Inceneritori e depuratori: due impianti che nessuno desidera sotto casa propria. Eppure a Barcellona, con l’utilizzo di moderne ed efficienti tecnologie, hanno realizzato questi impianti in piena città, costruendoci sopra anche un auditorium, un centro congressi e alberghi a cinque stelle delle più grandi catene internazionali”. Firmato: Piero Angela e famiglia. Sembra uno scherzo, ma anche in questo caso le informazioni più qualificate si trovano sul blog di Beppe Grillo, che si avvale di consulenti di altissimo livello in campo medico, biologico, ed epidemiologico.
di Marco Travaglio
Tratto dal libro “La scomparsa dei fatti”
giovedì 18 settembre 2008
Inceneritore,le ragioni del NO
Gli inceneritori sono impianti particolarmente costosi per i contribuenti italiani ma redditizi per costruttori e gestori i quali, oltre alla tassa per lo smaltimento dei "rifiuti", percepiscono delle sovvenzioni pubbliche elargite dallo Stato grazie a un trucco (già condannato dalle autorità europee) che assimila i "rifiuti" alle fonti di energia rinnovabile. Il business dell'incenerimento è tuttora sostenuto con sovvenzioni pubbliche per la parte biodegradabile, sovvenzioni che di fatto incentivano l'incenerimento della frazione con maggior potere calorico come carta e legno, ostacolando il loro recupero e disincentivando la raccolta differenziata.
Gli inceneritori non sono una seria alternativa alla discarica perché a loro volta richiedono la creazione di discariche speciali per lo stoccaggio delle ceneri tossiche prodotte in quantità superiore (30%) a quanto risulterebbe da smaltire dopo la raccolta differenziata fatta con il metodo porta a porta e il trattamento meccanico-biologico (TMB) che separa il residuo indifferenziato.
La poca energia elettrica prodotta dagli inceneritori ha dei costi insostenibili sotto il profilo ambientale e sanitario. Infatti gli inceneritori hanno il merito di produrre oltre 200 tipi di emissioni tossiche in atmosfera. Molte di queste non possono essere monitorate perché la loro composizione chimica e fisica subisce delle alterazioni. Ma una cosa è certa: solo una piccolissima parte delle particelle prodotte dalla combustione dei rifiuti è trattenuta dai filtri (tanto decantati da Hera) perché moltissime nanoparticelle si formano per condensazione dei gas che fuoriescono dal camino (particolato secondario). La loro tossicità deriva dal fatto che inglobano metalli pesanti. E più sono piccole, più sono pericolose. L'impatto ambientale e i rischi sanitari prodotti dalle nanoparticelle e dalle diossine sono tali da sconsigliare l' adesione alla politica dell'incenerimento ad amministratori che intendono tutelare la salute dei cittadini.
Soprattutto perché le alternative sostenibili ci sono. Oltre alla raccolta differenziata spinta si possono recuperare materiali spesso preziosi, separandoli negli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) per poi avviarli al riciclo. Questa pratica consente un risparmio di energia circa quattro volte superiore a quella prodotta con l'incenerimento. Inoltre l'Unione Europea ha deciso di mettere in atto politiche serie per ridurre drasticamente la quantità di rifiuti di ogni genere.
Le conseguenze presenti e future di una politica antieconomica e suicida come quella che favorisce l'incenerimento le paghiamo noi ed i nostri figli. Chi ritiene di risolvere il problema rifiuti spazzando la polvere di casa sotto il tappeto rifletta sul fatto che anche se non si vede resta con noi.
Comitato Riccione per l'energia pulita,Laboratorio sociale Paz, Grillipensanti Rimini,Associazione Rifiuti Zero Rimini
Gli inceneritori non sono una seria alternativa alla discarica perché a loro volta richiedono la creazione di discariche speciali per lo stoccaggio delle ceneri tossiche prodotte in quantità superiore (30%) a quanto risulterebbe da smaltire dopo la raccolta differenziata fatta con il metodo porta a porta e il trattamento meccanico-biologico (TMB) che separa il residuo indifferenziato.
La poca energia elettrica prodotta dagli inceneritori ha dei costi insostenibili sotto il profilo ambientale e sanitario. Infatti gli inceneritori hanno il merito di produrre oltre 200 tipi di emissioni tossiche in atmosfera. Molte di queste non possono essere monitorate perché la loro composizione chimica e fisica subisce delle alterazioni. Ma una cosa è certa: solo una piccolissima parte delle particelle prodotte dalla combustione dei rifiuti è trattenuta dai filtri (tanto decantati da Hera) perché moltissime nanoparticelle si formano per condensazione dei gas che fuoriescono dal camino (particolato secondario). La loro tossicità deriva dal fatto che inglobano metalli pesanti. E più sono piccole, più sono pericolose. L'impatto ambientale e i rischi sanitari prodotti dalle nanoparticelle e dalle diossine sono tali da sconsigliare l' adesione alla politica dell'incenerimento ad amministratori che intendono tutelare la salute dei cittadini.
Soprattutto perché le alternative sostenibili ci sono. Oltre alla raccolta differenziata spinta si possono recuperare materiali spesso preziosi, separandoli negli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) per poi avviarli al riciclo. Questa pratica consente un risparmio di energia circa quattro volte superiore a quella prodotta con l'incenerimento. Inoltre l'Unione Europea ha deciso di mettere in atto politiche serie per ridurre drasticamente la quantità di rifiuti di ogni genere.
Le conseguenze presenti e future di una politica antieconomica e suicida come quella che favorisce l'incenerimento le paghiamo noi ed i nostri figli. Chi ritiene di risolvere il problema rifiuti spazzando la polvere di casa sotto il tappeto rifletta sul fatto che anche se non si vede resta con noi.
Comitato Riccione per l'energia pulita,Laboratorio sociale Paz, Grillipensanti Rimini,Associazione Rifiuti Zero Rimini
Pubblicato da
No inceneritore Raibano
Ecomia
http://www.ecomia.org/
SABATO 20 SETTEMBRE
RIMINI P.ZA CAVOUR, PALAZZO DEL PODESTÀ
10:00 APERTURA MOSTRA/MERCATO
10:30 PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA DEL DVD
“Rianimare la Città”
realizzato da Volontarimini in collaborazione con
Ass. Basta Merda in Mare e Ass. Rifiuti Zero
12:00 CONFERENZA STAMPA
15:30/17:00 SEMINARIO A CURA DI ASS. BASTA MERDA IN MARE
Inquinanti organici e inorganici di origine antropica e la loro distribuzione nelle catene alimentari marine
Dott.ssa Sara Giordano - Medico Veterinario
Dott.Attilio Rinaldi - Biologo del mare
15:30/17:30 LABORATORI PER BAMBINI
LUDOMIRO gioco, animazione e laboratori con il ludobus
15:30/17:30 COSTRUZIONE DI STRUMENTI MUSICALI
A CURA DI JACOPO BARONE, educatore di strada
che si avvale del sapere delle mani e del tempo fondendo artigianato e musica
16:00/17:30 LABORATORI PER ADULTI
Il fai da te delle biciclette
L’orto urbano: consigli e suggerimenti
18:0O APERITIVO MUSICALE E PRESENTAZIONE DI ECOMIA E DELLE REALTÀ ORGANIZZATRICI
Ritmo e musica con URBAN JUNGLA, originale e spettacolare fusione fra sonorità urbane e percussioni africane
21:00 RICICLATO CIRCO MUSICALE IN CONCERTO
musica inaspettata e coinvolgente con l’esclusivo utilizzo di strumenti musicali auto-costruiti con materiale riciclato e di uso comune
DOMENICA 21 SETTEMBRE
RIMINI P.ZA CAVOUR, PALAZZO DEL PODESTÀ
10:00 APERTURA MOSTRA/MERCATO
10:00/11:30 SEMINARIO A CURA DI ASS.RIGAS
Verso un tessuto sociale e solidale
11:30/13:30 SEMINARIO
A CURA DI ASS.RIGAS E COOP. PACHA MAMA
Il Nord incontra il profondo Sud in cambiamento
in terra di “Siqillyàh”
Aggiornamento su progetti e produttori
del Commercio equo e solidale
10:00/13:00 LABORATORIO PER BAMBINI
A CURA DI ROBERTO PODGORNIK
(Iscrizione obbligatoria presso info-point:
laboratorio A 10-11, laboratorio B 11:30-13)
La vita delle api e non solo....
15:00/16:30
SEMINARIO A CURA DI HARISSA
Verso una ristorazione a km 0: l’esperienza del Veneto
16:30/18:00 SEMINARIO A CURA DELL’ASSESSORATO ALL’AMBIENTE DEL COMUNE DI RIMINI
Fonti rinnovabili: nuove regole edilizie
21:00 Cambiare stili di vita: dalla scelta personale all'azione politica
SABATO E DOMENICA
PALAZZO DEL PODESTÀ:
STAND PERMANENTI:
RISTO-POINT PUNTO RISTORO A CURA DI COOP HARISSA, PER UNA RISTORAZIONE SOLIDALE.
INFO-POINT ECOMIA: registrazioni, informazioni sulla festa, gli enti organizzatori, il programma e le iniziative.
VOLONTAR-INFO stand a cura di Volontarimini con informazioni sulle realtà di volontariato di Rimini.
GIOCO-BARATTO: STAND AUTOGESTITO PER IL BARATTO DI GIOCATTOLI E OGGETTI DEDICATI AI BAMBINI, portate con voi vecchi giocattoli e scambiateli nel banco del baratto!
MOSTRA MERCATO PERMANENTE “UN ALTRO CONSUMO E’ POSSIBILE”
MOSTRA INTERATTIVA
“ALLA SCOPERTA DEL CACAO SOLIDAO”
a cura di Pacha Mama, un percorso a fumetti sul viaggio del cacao e sul commercio equo e solidale.
Pubblicato da
No inceneritore Raibano
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mercoledì 17 settembre 2008
Lo vorreste come ministro della sanità ?
-Umberto Veronesi :
I dati di mortalità, sia per tumori che per altre cause, non provano l´esistenza di un qualsiasi nesso causale tra presenza di inceneritori e rischio per la salute di popolazioni residenti, nel raggio di ricaduta delle loro emissioni
(http://firenze.repubblica.it/dettaglio/Ma-Veronesi-tranquillizza-Non-aumentano-i-tumori/1393148)
-Fondazione Veronesi
Vedi lo sponsor ultima fila in basso
(http://www.fondazioneveronesi.it/partners.html)
- Veolia Servizi Ambientali S.p.A
In Italia operiamo attraverso la Veolia Servizi Ambientali S.p.A. controllata da Veolia Proprété S.A. detenuta da Veolia Environment S.A..
Veolia Servizi Ambientali S.p.A. svolge attraverso le sue controllate le attività di gestione di impianti di trattamento rifiuti (termovalorizzatori, impianti di selezione e trattamento, discariche)."
(http://www.veoliaes.it/on-line/web/VSAhomepage.html)
- ACEA multiutility con inceneritori
http://www.aceaspa.it/pagine/ACEA_1056.asp
I dati di mortalità, sia per tumori che per altre cause, non provano l´esistenza di un qualsiasi nesso causale tra presenza di inceneritori e rischio per la salute di popolazioni residenti, nel raggio di ricaduta delle loro emissioni
(http://firenze.repubblica.it/dettaglio/Ma-Veronesi-tranquillizza-Non-aumentano-i-tumori/1393148)
-Fondazione Veronesi
Vedi lo sponsor ultima fila in basso
(http://www.fondazioneveronesi.it/partners.html)
- Veolia Servizi Ambientali S.p.A
In Italia operiamo attraverso la Veolia Servizi Ambientali S.p.A. controllata da Veolia Proprété S.A. detenuta da Veolia Environment S.A..
Veolia Servizi Ambientali S.p.A. svolge attraverso le sue controllate le attività di gestione di impianti di trattamento rifiuti (termovalorizzatori, impianti di selezione e trattamento, discariche)."
(http://www.veoliaes.it/on-line/web/VSAhomepage.html)
- ACEA multiutility con inceneritori
http://www.aceaspa.it/pagine/ACEA_1056.asp
martedì 16 settembre 2008
Coriano:più tumori per le donne
Studio Epidemiologico del 2006
Ranzi et al.2006 ARPA EMILIA ROMAGNA- Forlì - Incremento di mortalità nelle donne per tutte le cause, tumore del colon e della mammella, per diabete e malattie cardiovascolari.
Forlì, 15 novembre 2005
Area in studio
Emilia Romagna Forlì autostrada area compresa nel raggio di 3,5 km dall'inceneritore situato nella zona industriale della frazione di Coriano(Forlì)
Coorte dei residenti a Coriano all’1/1/1990 e
successivamente entrati nell’area fino al 31/12/2003
conclusioni
-tra gli uomini non emergono eccessi di rilievo
- tra le donne si osserva nell'area più vicina agli
impianti un aumento della mortalità per:
- tutte le cause
- malattie cardiovascolari
-diabete
- tumore del colon retto
- tumore della mammella
- tra le donne si osserva un aumento della mortalità per diabete e tumore dello stomaco nel terzo anello mortalità
conclusioni
-tra gli uomini non emergono eccessi di rilievo
-tra le donne si osserva nell'area più vicina agli impianti un aumento dell’incidenza dei tumori del colon retto
-tra le donne si osserva inoltre un aumento
dell’incidenza di tumore dello stomaco e del
colon retto nel terzo anello
Documento completo
Ranzi et al.2006 ARPA EMILIA ROMAGNA- Forlì - Incremento di mortalità nelle donne per tutte le cause, tumore del colon e della mammella, per diabete e malattie cardiovascolari.
Forlì, 15 novembre 2005
Area in studio
Emilia Romagna Forlì autostrada area compresa nel raggio di 3,5 km dall'inceneritore situato nella zona industriale della frazione di Coriano(Forlì)
Coorte dei residenti a Coriano all’1/1/1990 e
successivamente entrati nell’area fino al 31/12/2003
conclusioni
-tra gli uomini non emergono eccessi di rilievo
- tra le donne si osserva nell'area più vicina agli
impianti un aumento della mortalità per:
- tutte le cause
- malattie cardiovascolari
-diabete
- tumore del colon retto
- tumore della mammella
- tra le donne si osserva un aumento della mortalità per diabete e tumore dello stomaco nel terzo anello mortalità
conclusioni
-tra gli uomini non emergono eccessi di rilievo
-tra le donne si osserva nell'area più vicina agli impianti un aumento dell’incidenza dei tumori del colon retto
-tra le donne si osserva inoltre un aumento
dell’incidenza di tumore dello stomaco e del
colon retto nel terzo anello
Documento completo
Pubblicato da
No inceneritore Raibano
Vivere intorno ad una fonte di emissione di mercurio quale una centrale a carbone o un inceneritore aumenta il rischio di ammalarsi di autismo.
Lunedì 15 settembre 2008
La parola "autismo" deriva dal greco "autús" che significa "se stesso” e, come malattia o modello particolare di struttura psichica, si evidenzia drammaticamente per l’isolamento, l’anestesia affettiva, la scomparsa dell’iniziativa, le difficoltà psico-motorie, il mancato sviluppo del linguaggio.
Accanto a queste espressioni, di per se già disturbanti e fortemente disabilitanti, gli autistici dimostrano un’importante incontinenza emotiva che si espleta con urla, corse afinalistiche, ipercinesie, a volte aggressività, angoscia e terrore.
Avere un figlio affetto da autismo richiede un enorme impegno da parte dei famigliari ed è causa di una grande, costante preoccupazione.
I risultati di questa ricerca coincidono con quelli di numerosi altri studi che confermano l’elevata quantità di mercurio presente nelle piante, negli animali e negli esseri umani che vivono vicino a una fonte di emissione di questo elemento.
Il prezzo che i bambini pagano è sicuramente il più alto. Infatti, l’esposizione anche a dosi estremamente basse di numerosi inquinanti quali il mercurio, quando avviene durante quel periodo critico di formazione e sviluppo del sistema nervoso, in soggetti geneticamente predisposti, può aumentare il rischio di gravi patologie quali l’autismo.
La combustione del carbone è una delle cause più importanti di emissione nell’ambiente di mercurio; il carbone può contenere fino a 150 volte la quantità di mercurio presente nell’olio combustibile (Ambient Air Pollution by Mercury (HG). Position Paper. European Communities, 2001).
Gli autori dello studio hanno esaminato i dati di emissione di 39 centrali a carbone e di altre 56 sorgenti industriali presenti in Texas e li hanno messi a confronto con l’incidenza dell’autismo nei bambini che frequentavano 1.040 distretti scolastici.
I risultati sono stati molto chiari. Vivere intorno ad una fonte di emissione di mercurio quale una centrale a carbone o un inceneritore, aumenta in modo statisticamente significativo il rischio di ammalarsi di autismo. L’aumento d’incidenza della malattia ha mostrato una riduzione dell’1-2 % per ogni 16 chilometri di distanza dalla fonte stessa.
Parte del mercurio emesso nell’ambiente si deposita al suolo e, in seguito all’azione di alcuni batteri, viene trasformato in metilmercurio, una forma estremamente tossica. La contaminazione degli ecosistemi acquatici ne comporta il suo accumulo nel tessuto dei pesci e il suo ingresso nella catena alimentare.
In Inghilterra, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Canada e Australia, a causa di livelli elevati di metilmercurio nel pesce, allo scopo di proteggere la popolazione più a rischio (bambini e donne durante la gravidanza), viene consigliato di non mangiare o limitare l’assunzione di quei tipi di pesce nei cui tessuti è stata trovata una dose pericolosa di mercurio (Chief Medical Officier Urgent Comunication: Food Standard Agency: 14 May 2002).
Mentre l’esposizione al mercurio attraverso il consumo di pesce è ben documentata, si conosce molto poco su altre forme di esposizione quali l’aria e l’acqua potabile.
L’agenzia degli Stati Uniti per la Protezione dell’Ambiente (EPA) stima che di 158 di tonnellate annue di mercurio emesse, il 33 % proviene dalla combustione del carbone e il 29 % dalla combustione dei rifiuti.
A conferma, inoltre, delle giuste preoccupazioni dei cittadini che lottano contro l’uso del carbone nella centrale di Civitavecchia, nel decreto del governo di Valutazione dell’Impatto Ambientale (V.I.A.) della centrale stessa si legge:
“Si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 0.8 microgr/Nm3” (pag. 18, riga 16)
“Con la centrale a carbone ci sarà un aumento del 50 % delle emissioni di mercurio” (pag. 39, riga 26 - relazione istruttoria)
L’aumento delle emissioni di mercurio contrasta con l’EU Legislation and Policy Relating to Mercury and its compounds, Working document, March 2004, 1.1. Regulatory area: Main rilevant Provision. In questo documento si afferma, infatti, la forte volontà della Commissione Europea di ridurre l’inquinamento da mercurio presente nell’aria, nell’acqua e nel terreno, al fine di ottenere un alto livello di protezione per la popolazione.
Non è possibile valutare la quantità di mercurio che verrà emessa nell’aria in forma ossidata e in forma elementare. La prima porrà un rischio d’inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale (U.S. Department of Energy National Energy Technology Laboratory – Five Year Research Plan on Fine Particulate Matter in the Atmosphere. FY2001-FY2005.8, pag. 27).
http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article4363
http://www.autismoparliamone.org/portale/index.php
http://www.sciencedaily.com/releases/2008/04/080424120953.htm
http://www.medicalnewstoday.com/articles/105316.php
http://www.uthscsa.edu/hscnews/singleformat.asp?newID=2732
http://www.uthscsa.edu/hscnews/singleformat.asp?newID=1412
http://www.autism-society.org/site/News2?page=NewsArticle&id=11322
La parola "autismo" deriva dal greco "autús" che significa "se stesso” e, come malattia o modello particolare di struttura psichica, si evidenzia drammaticamente per l’isolamento, l’anestesia affettiva, la scomparsa dell’iniziativa, le difficoltà psico-motorie, il mancato sviluppo del linguaggio.
Accanto a queste espressioni, di per se già disturbanti e fortemente disabilitanti, gli autistici dimostrano un’importante incontinenza emotiva che si espleta con urla, corse afinalistiche, ipercinesie, a volte aggressività, angoscia e terrore.
Avere un figlio affetto da autismo richiede un enorme impegno da parte dei famigliari ed è causa di una grande, costante preoccupazione.
I risultati di questa ricerca coincidono con quelli di numerosi altri studi che confermano l’elevata quantità di mercurio presente nelle piante, negli animali e negli esseri umani che vivono vicino a una fonte di emissione di questo elemento.
Il prezzo che i bambini pagano è sicuramente il più alto. Infatti, l’esposizione anche a dosi estremamente basse di numerosi inquinanti quali il mercurio, quando avviene durante quel periodo critico di formazione e sviluppo del sistema nervoso, in soggetti geneticamente predisposti, può aumentare il rischio di gravi patologie quali l’autismo.
La combustione del carbone è una delle cause più importanti di emissione nell’ambiente di mercurio; il carbone può contenere fino a 150 volte la quantità di mercurio presente nell’olio combustibile (Ambient Air Pollution by Mercury (HG). Position Paper. European Communities, 2001).
Gli autori dello studio hanno esaminato i dati di emissione di 39 centrali a carbone e di altre 56 sorgenti industriali presenti in Texas e li hanno messi a confronto con l’incidenza dell’autismo nei bambini che frequentavano 1.040 distretti scolastici.
I risultati sono stati molto chiari. Vivere intorno ad una fonte di emissione di mercurio quale una centrale a carbone o un inceneritore, aumenta in modo statisticamente significativo il rischio di ammalarsi di autismo. L’aumento d’incidenza della malattia ha mostrato una riduzione dell’1-2 % per ogni 16 chilometri di distanza dalla fonte stessa.
Parte del mercurio emesso nell’ambiente si deposita al suolo e, in seguito all’azione di alcuni batteri, viene trasformato in metilmercurio, una forma estremamente tossica. La contaminazione degli ecosistemi acquatici ne comporta il suo accumulo nel tessuto dei pesci e il suo ingresso nella catena alimentare.
In Inghilterra, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Canada e Australia, a causa di livelli elevati di metilmercurio nel pesce, allo scopo di proteggere la popolazione più a rischio (bambini e donne durante la gravidanza), viene consigliato di non mangiare o limitare l’assunzione di quei tipi di pesce nei cui tessuti è stata trovata una dose pericolosa di mercurio (Chief Medical Officier Urgent Comunication: Food Standard Agency: 14 May 2002).
Mentre l’esposizione al mercurio attraverso il consumo di pesce è ben documentata, si conosce molto poco su altre forme di esposizione quali l’aria e l’acqua potabile.
L’agenzia degli Stati Uniti per la Protezione dell’Ambiente (EPA) stima che di 158 di tonnellate annue di mercurio emesse, il 33 % proviene dalla combustione del carbone e il 29 % dalla combustione dei rifiuti.
A conferma, inoltre, delle giuste preoccupazioni dei cittadini che lottano contro l’uso del carbone nella centrale di Civitavecchia, nel decreto del governo di Valutazione dell’Impatto Ambientale (V.I.A.) della centrale stessa si legge:
“Si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 0.8 microgr/Nm3” (pag. 18, riga 16)
“Con la centrale a carbone ci sarà un aumento del 50 % delle emissioni di mercurio” (pag. 39, riga 26 - relazione istruttoria)
L’aumento delle emissioni di mercurio contrasta con l’EU Legislation and Policy Relating to Mercury and its compounds, Working document, March 2004, 1.1. Regulatory area: Main rilevant Provision. In questo documento si afferma, infatti, la forte volontà della Commissione Europea di ridurre l’inquinamento da mercurio presente nell’aria, nell’acqua e nel terreno, al fine di ottenere un alto livello di protezione per la popolazione.
Non è possibile valutare la quantità di mercurio che verrà emessa nell’aria in forma ossidata e in forma elementare. La prima porrà un rischio d’inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale (U.S. Department of Energy National Energy Technology Laboratory – Five Year Research Plan on Fine Particulate Matter in the Atmosphere. FY2001-FY2005.8, pag. 27).
http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article4363
http://www.autismoparliamone.org/portale/index.php
http://www.sciencedaily.com/releases/2008/04/080424120953.htm
http://www.medicalnewstoday.com/articles/105316.php
http://www.uthscsa.edu/hscnews/singleformat.asp?newID=2732
http://www.uthscsa.edu/hscnews/singleformat.asp?newID=1412
http://www.autism-society.org/site/News2?page=NewsArticle&id=11322
Pubblicato da
No inceneritore Raibano
Morire d'incenerimento in Francia
dal Blog del Dottor Montanari
Morire d'incenerimento in Francia
Il 2 aprile u.s. http://www.cniid.org/espace_mailing/cp_20080402.htm sono stati resi noti i risultati definitivi della ricerca condotta da La Veille Sanitarie in Francia nelle popolazioni residenti in prossimità di impianti di incenerimento. I risultati preliminari erano stati presentati nel novembre 2006 ed avevano riguardato 135.567 casi di cancro insorti nel periodo 1990-1999 su una popolazione di circa 2.5 milioni di persone residente in prossimità di 16 inceneritori di rifiuti urbani attivi tra il 1972 ed il 1990. Lo studio aveva considerato l’esposizione a diossine valutate in diversi percentili, trovando un aumento del rischio coerente col crescere dell’esposizione; in particolare nelle aree più esposte l’ aumento del rischio era: sarcomi + 12.9% in entrambi i sessi, linfomi non Hodgkin + 8.4% , cancro al fegato +9.7 %, cancro alla mammella +6.9%, tutti i cancri nelle donne +4%. Orbene, le preoccupazione già a suo tempo emerse dai risultati preliminari, si sono ulteriormente rafforzate davanti ai risultati definitivi conteggiati a marzo 2008 e che evidenziano i seguenti incrementi:
sarcomi + 22%, linfomi non Hodgkin + 12% in entrambi i sessi + 18% nelle femmine, cancro al fegato +16%, tutti i cancri nelle donne +6% ed ancora, dato in precedenza non rilevato, incremento del rischio di incidenza per mieloma multiplo in entrambi e sessi +16% e per i maschi addirittura + 23%.
Oltretutto, a detta degli autori, il picco non è ancora stato raggiunto! Ricordiamo che anche lo studio condotto sulla popolazione di un quartiere di Forlì (Coriano) esposta a due impianti di incenerimento ( rifiuti urbani e ospedalieri) aveva evidenziato gravi danni per la salute specie nel sesso femminile con aumento statisticamente significativo del rischio di morte per tutte le cause e soprattutto per tutti i tumori (in particolare mammella, colon, stomaco). Lo studio di Forlì, ricordiamo, aveva valutato l’esposizione a metalli pesanti (altro inquinante tipico degli inceneritori) e non può non destare particolare attenzione il fatto che studi indipendenti, condotti con metodi diversi, abbiano comunque portato a risultati fra loro così paragonabili. La particolare suscettibilità del sesso femminile agli inquinanti emessi da questi impianti è facilmente comprensibile se si pensa, ad es., che la concentrazione di diossine nel sangue delle donne di Seveso, anche a distanza di anni, era dalle due alle tre volte superiore a quella riscontrata nei maschi, che pure erano stati esposti al medesimo evento: le caratteristiche biologiche, metaboliche, endocrine rappresentano evidentemente un fattore discriminante di particolare rilievo.
D’ altra parte è ben noto che proprio nel sesso femminile, anche nel nostro paese, si registra una crescente incidenza di cancro che, secondo i dati dell’ Associazione dei Registri Tumori Italiani (AIRTUM) presentati proprio per l’ 8 marzo 2008, è dell’ 1% annuo, indipendentemente dalla età. Tutte queste considerazioni, al pari di quelle che si fanno per la salute infantile, sono però parole al vento: nessuno se ne cura ed invece di passare dalle parole ai fatti- ovvero intraprendere azioni concrete per ridurre l’ immissione di sostanze tossiche ed inquinanti nell’ ambiente facendo Prevenzione Primaria - si continua solo ad esprimere buone intenzioni o a “ monitorare” i danni che si continuano a recare.
Da questo punto di vista la gestione dei rifiuti è a dir poco paradossale: da tempo abbiamo capito che i “rifiuti” (o meglio i “materiali post-consumo”) sono risorse, ma, se anche fossero una “malattia”, come viene costantemente propagandato, la “cura” che ci viene prospettata, ovvero il loro incenerimento, è molto peggiore del male, dal momento che ogni processo di combustione trasforma materiali di per sé inerti in composti altamente tossici e nocivi, con danni che sono oggi dettagliamente calcolabili.
Sul sito http://ec.europa.eu/research/headlines/news/article_05_10_21_en.html dell’UE è oggi possibile, inserendo alcuni parametri emissivi (NOx, SO2, PM10, VOC..) l’ altezza dei camini ecc. quantificare i danni alla salute e all’ ambiente per ciascuna fonte. Per fare un esempio, ogni anno emissioni simili a quelle dell’ inceneritore di Brescia, secondo tale software che –si badi bene- considera solo una parte degli inquinanti emessi, causerebbero una perdita economica pari a 1.480.000 Euro!
Che altro resta da dire? Il problema dei rifiuti è, in assoluto, il più semplice da risolvere, se solo si facessero scelte coraggiose e chiare: dalla raccolta “porta a porta” al recupero effettivo dei materiali post-consumo. Ma fino a che rimangono i cassonetti stradali, che altro non sono che mini discariche all’ aperto, e fino a che lo stesso gestore gestisce sia la raccolta differenziata che l’ incenerimento e guadagna tanto più brucia, rivendendo a prezzo triplicato la poca energia prodotta, come sperare che si inverta la rotta? Solo la nostra follia può pensare che sia vantaggioso incenerire carta, legno, plastica…preziose materie che poi dobbiamo produrre ex.novo abbattendo alberi od estraendo petrolio.
Allo stato attuale il 98.2% di tutti i rifiuti urbani può essere recuperato come materia, e, per chi ancora non lo sapesse, anche i materiali poli-accoppiati e gli stessi pannoloni diventano – tramite processi di estrusione, senza formazione di alcun inquinante - sabbia sintetica utilizzata in edilizia o per manufatti plastici. In pratica il “secco non riciclabile” che prima andava alla discarica o all’ incenerimento ad un costo medio di 120 Euro a ton, viene venduto al prezzo di 80 Euro a ton sotto forma di sabbia sintetica! Non è utopia, non succede chissà dove, succede nel nostro paese, per la precisione presso ad es. il Centro Riciclo di Vedelago (TV). Qui, senza sovvenzioni pubbliche, si sono creati posti di lavoro stabili e sicuri, senza nocività né per i lavoratori né per l’ambiente. Impianti simili si possono realizzare ovunque in pochi mesi e con investimenti che sono almeno un decimo inferiori rispetto a quelli necessari per realizzare un inceneritore che tratti la stessa quantità di materiali e, fortunatamente, in diverse parti del nostro paese amministratori accorti hanno già imboccato questa strada virtuosa.
Se dunque è possibile evitare queste inutili e costose fabbriche di veleni senza il ricatto occupazionale, ma anzi creando lavoro e ricchezza, è facile capire perché non solo cittadini e comitati si sono mobilitati, ma anche centinaia di migliaia di medici in Europa - dal Consiglio Nazionale degli Ordini dei Medici Francese, ai Medici Irlandesi, alla Federazione degli Ordini dell’ Emilia Romagna - sono scesi in campo per chiedere una moratoria sulla loro costruzione.
Ma ancora una volta, proprio all’ interno del mondo scientifico e medico, le voci indipendenti dai grossi poteri economici/finanziari faticano a farsi ascoltare.
Quante sofferenze e quanti morti ancora saranno necessari perché finalmente si aprano gli occhi ed i rifiuti cessino di essere risorse solo per chi, incenerendoli, accede, in un mercato drogato, ai vergognosi incentivi che solo l’ Italia riconosce ai “fuochisti” di turno?
Patrizia Gentilini
Portavoce per l’ Emilia Romagna del Coordinamento Nazionale dei Medici per l’ Ambiente e la Salute
http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=852&Itemid=1
Morire d'incenerimento in Francia
Il 2 aprile u.s. http://www.cniid.org/espace_mailing/cp_20080402.htm sono stati resi noti i risultati definitivi della ricerca condotta da La Veille Sanitarie in Francia nelle popolazioni residenti in prossimità di impianti di incenerimento. I risultati preliminari erano stati presentati nel novembre 2006 ed avevano riguardato 135.567 casi di cancro insorti nel periodo 1990-1999 su una popolazione di circa 2.5 milioni di persone residente in prossimità di 16 inceneritori di rifiuti urbani attivi tra il 1972 ed il 1990. Lo studio aveva considerato l’esposizione a diossine valutate in diversi percentili, trovando un aumento del rischio coerente col crescere dell’esposizione; in particolare nelle aree più esposte l’ aumento del rischio era: sarcomi + 12.9% in entrambi i sessi, linfomi non Hodgkin + 8.4% , cancro al fegato +9.7 %, cancro alla mammella +6.9%, tutti i cancri nelle donne +4%. Orbene, le preoccupazione già a suo tempo emerse dai risultati preliminari, si sono ulteriormente rafforzate davanti ai risultati definitivi conteggiati a marzo 2008 e che evidenziano i seguenti incrementi:
sarcomi + 22%, linfomi non Hodgkin + 12% in entrambi i sessi + 18% nelle femmine, cancro al fegato +16%, tutti i cancri nelle donne +6% ed ancora, dato in precedenza non rilevato, incremento del rischio di incidenza per mieloma multiplo in entrambi e sessi +16% e per i maschi addirittura + 23%.
Oltretutto, a detta degli autori, il picco non è ancora stato raggiunto! Ricordiamo che anche lo studio condotto sulla popolazione di un quartiere di Forlì (Coriano) esposta a due impianti di incenerimento ( rifiuti urbani e ospedalieri) aveva evidenziato gravi danni per la salute specie nel sesso femminile con aumento statisticamente significativo del rischio di morte per tutte le cause e soprattutto per tutti i tumori (in particolare mammella, colon, stomaco). Lo studio di Forlì, ricordiamo, aveva valutato l’esposizione a metalli pesanti (altro inquinante tipico degli inceneritori) e non può non destare particolare attenzione il fatto che studi indipendenti, condotti con metodi diversi, abbiano comunque portato a risultati fra loro così paragonabili. La particolare suscettibilità del sesso femminile agli inquinanti emessi da questi impianti è facilmente comprensibile se si pensa, ad es., che la concentrazione di diossine nel sangue delle donne di Seveso, anche a distanza di anni, era dalle due alle tre volte superiore a quella riscontrata nei maschi, che pure erano stati esposti al medesimo evento: le caratteristiche biologiche, metaboliche, endocrine rappresentano evidentemente un fattore discriminante di particolare rilievo.
D’ altra parte è ben noto che proprio nel sesso femminile, anche nel nostro paese, si registra una crescente incidenza di cancro che, secondo i dati dell’ Associazione dei Registri Tumori Italiani (AIRTUM) presentati proprio per l’ 8 marzo 2008, è dell’ 1% annuo, indipendentemente dalla età. Tutte queste considerazioni, al pari di quelle che si fanno per la salute infantile, sono però parole al vento: nessuno se ne cura ed invece di passare dalle parole ai fatti- ovvero intraprendere azioni concrete per ridurre l’ immissione di sostanze tossiche ed inquinanti nell’ ambiente facendo Prevenzione Primaria - si continua solo ad esprimere buone intenzioni o a “ monitorare” i danni che si continuano a recare.
Da questo punto di vista la gestione dei rifiuti è a dir poco paradossale: da tempo abbiamo capito che i “rifiuti” (o meglio i “materiali post-consumo”) sono risorse, ma, se anche fossero una “malattia”, come viene costantemente propagandato, la “cura” che ci viene prospettata, ovvero il loro incenerimento, è molto peggiore del male, dal momento che ogni processo di combustione trasforma materiali di per sé inerti in composti altamente tossici e nocivi, con danni che sono oggi dettagliamente calcolabili.
Sul sito http://ec.europa.eu/research/headlines/news/article_05_10_21_en.html dell’UE è oggi possibile, inserendo alcuni parametri emissivi (NOx, SO2, PM10, VOC..) l’ altezza dei camini ecc. quantificare i danni alla salute e all’ ambiente per ciascuna fonte. Per fare un esempio, ogni anno emissioni simili a quelle dell’ inceneritore di Brescia, secondo tale software che –si badi bene- considera solo una parte degli inquinanti emessi, causerebbero una perdita economica pari a 1.480.000 Euro!
Che altro resta da dire? Il problema dei rifiuti è, in assoluto, il più semplice da risolvere, se solo si facessero scelte coraggiose e chiare: dalla raccolta “porta a porta” al recupero effettivo dei materiali post-consumo. Ma fino a che rimangono i cassonetti stradali, che altro non sono che mini discariche all’ aperto, e fino a che lo stesso gestore gestisce sia la raccolta differenziata che l’ incenerimento e guadagna tanto più brucia, rivendendo a prezzo triplicato la poca energia prodotta, come sperare che si inverta la rotta? Solo la nostra follia può pensare che sia vantaggioso incenerire carta, legno, plastica…preziose materie che poi dobbiamo produrre ex.novo abbattendo alberi od estraendo petrolio.
Allo stato attuale il 98.2% di tutti i rifiuti urbani può essere recuperato come materia, e, per chi ancora non lo sapesse, anche i materiali poli-accoppiati e gli stessi pannoloni diventano – tramite processi di estrusione, senza formazione di alcun inquinante - sabbia sintetica utilizzata in edilizia o per manufatti plastici. In pratica il “secco non riciclabile” che prima andava alla discarica o all’ incenerimento ad un costo medio di 120 Euro a ton, viene venduto al prezzo di 80 Euro a ton sotto forma di sabbia sintetica! Non è utopia, non succede chissà dove, succede nel nostro paese, per la precisione presso ad es. il Centro Riciclo di Vedelago (TV). Qui, senza sovvenzioni pubbliche, si sono creati posti di lavoro stabili e sicuri, senza nocività né per i lavoratori né per l’ambiente. Impianti simili si possono realizzare ovunque in pochi mesi e con investimenti che sono almeno un decimo inferiori rispetto a quelli necessari per realizzare un inceneritore che tratti la stessa quantità di materiali e, fortunatamente, in diverse parti del nostro paese amministratori accorti hanno già imboccato questa strada virtuosa.
Se dunque è possibile evitare queste inutili e costose fabbriche di veleni senza il ricatto occupazionale, ma anzi creando lavoro e ricchezza, è facile capire perché non solo cittadini e comitati si sono mobilitati, ma anche centinaia di migliaia di medici in Europa - dal Consiglio Nazionale degli Ordini dei Medici Francese, ai Medici Irlandesi, alla Federazione degli Ordini dell’ Emilia Romagna - sono scesi in campo per chiedere una moratoria sulla loro costruzione.
Ma ancora una volta, proprio all’ interno del mondo scientifico e medico, le voci indipendenti dai grossi poteri economici/finanziari faticano a farsi ascoltare.
Quante sofferenze e quanti morti ancora saranno necessari perché finalmente si aprano gli occhi ed i rifiuti cessino di essere risorse solo per chi, incenerendoli, accede, in un mercato drogato, ai vergognosi incentivi che solo l’ Italia riconosce ai “fuochisti” di turno?
Patrizia Gentilini
Portavoce per l’ Emilia Romagna del Coordinamento Nazionale dei Medici per l’ Ambiente e la Salute
http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=852&Itemid=1
I tagli di Mario Tozzi sugli inceneritori
Articolo di Febbraio 2008
Dal sito "Decrescita felice"
Mario Tozzi mi ha invitato a partecipare alla sua trasmissione “Terzo Pianeta” sui rifiuti, andata in onda sabato 16 febbraio. Lo spezzone in cui sono stato inserito è stato registrato venerdì 15 nella discarica di Serre. Il mio interlocutore è stato Paolo Degli Espinosa, sostenitore dell’inceneritore di Brescia. Sapevo che non sarei stato trattato alla pari e sospettavo che alcune mie affermazioni potessero essere tagliate, ma pensavo che valesse comunque la pena far sentire una voce fuori dal coro in cui Tozzi canta. In effetti Degli Espinosa ha avuto molto più spazio, con un’intervista iniziale da solo e poi nel dibattito con me. Ma non è stato un fatto negativo, perché ha potuto dire più cose infondate e facilmente smentibili in poche parole. Ciò che non mi aspettavo è invece la quantità dei tagli che sono stati fatti ai miei interventi. Qualche sforbiciata l’avevo messa in conto, ma non è rimasto quasi niente. Faccio l’elenco delle cose che sono state cassate.
1. L’inceneritore è uno sfacelo economico. Senza Cip 6 non se ne farebbero. Dopo che sono stati tolti ai nuovi inceneritori, la gara per completare quello di Acerra è andata deserta e Prodi li ha reintrodotti con un apposito decreto per i tre nuovi impianti previsti in Campania.
2. L’incenerimento è una scelta alternativa alla raccolta differenziata. Se le quantità di rifiuti conferiti a un inceneritore diminuissero e il forno non lavorasse a pieno regime il deficit economico crescerebbe.
3. Ogni mezza parola i politici dicono che dobbiamo stare in Europa. Eppure l’incenerimento è l’opposto delle indicazioni europee sul trattamento dei rifiuti, che prevedono, in ordine: la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio, il recupero energetico senza combustione (fermentazione anaerobica della frazione organica), il recupero energetico con combustione. Questa sequenza me l’ha fatta ripetere una seconda volta. Per tagliarla meglio?
4. Per la parte indifferenziata residua ho descritto il Trattamento Meccanico-Biologico e i suoi vantaggi rispetto all’incenerimento in termini di costi d’investimento, recupero di materia, guadagno economico, impatto ambientale e sulla salute, smaltimento finale dei minimi residui inerti.
5. Di fronte alla (pseudo)argomentazione che le emissioni del traffico sono maggiori di quelle degli inceneritori ho messo in evidenza la sua assurdità logica. Non si possono paragonare le mele con i tacchini. Le emissioni degli inceneritori vanno confrontate con quelle di altri sistemi di trattamento dei rifiuti; quelle del nostro patrimonio edilizio con quelle di case costruite meglio; quelle del traffico automobilistico con quelle di altri sistemi di trasporto.
6. È stata cassata la parte in cui dicevo che le nanopolveri possono essere causa di tumori.
7. Quando Tozzi ha sostenuto che l’incenerimento smaltisce i rifiuti gli ho ricordato la legge di Lavoiser. Anche questa citazione è sparita.
Credo che sia utile far conoscere ai lettori di questo blog questi retroscena, che in ultima analisi sono un segno di debolezza culturale e politica. Se si ricorre a questi mezzi per convincere l’opinione pubblica della bontà di una scelta scellerata in termini economici ed ecologici qual è l’incenerimento, vuol dire che, nonostante la forsennata campagna mediatica in corso, non ci sono riusciti. Anzi, da quel poco che vedo, hanno contribuito a far crescere il numero di chi ne ha giustamente paura e li rifiuta.
Maurizio Pallante
Anno 2006...
http://www.gruppohera.it/gruppo/comunicazione/eventi/-cultura/pagina63.html
Il Gruppo Hera e Mario Tozzi insieme per la raccolta differenziata
Il Gruppo Hera offre la conferenza-spettacolo "TRASH: storie di recuperi, filosofia del naufrago, elogio del vuoto a rendere", a cura di Mario Tozzi.
Nell'ambito della campagna di comunicazione Dire Fare Differenziare Hera promuove cinque conferenze sceniche che vedono come protagonista Tozzi, primo ricercatore del CNR e noto divulgatore televisivo.
Tra giugno e settembre, cinque spettacoli gratuiti (a Modena, Ferrara, Bologna, Rimini e Cesena) sul tema dei rifiuti e sui gesti che ognuno di noi può compiere per trasformarli in risorsa.
CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI
Sabato 24 giugno 2006 - Modena - Giardini Ducali - h. 22.00
Lunedì 10 luglio 2006 - Ferrara - Piazza Castello - h. 22.00
Mercoledì 19 luglio 2006 - Bologna - Piazza Santo Stefano - h. 21.30
Giovedì 24 agosto 2006 - Rimini - Piazza Cavour - h. 21.30
Giovedì 14 settembre 2006 - Cesena - Piazza del Popolo - h. 21.30
http://www.gruppohera.it/gruppo/comunicazione/eventi/-cultura/pagina63.html
-Pallante ha comunque fatto un'ottima figura:L'incenerimanto non aiuta ad incrementare la differenziata a Brescia(Da RAI3)
Dal sito "Decrescita felice"
Mario Tozzi mi ha invitato a partecipare alla sua trasmissione “Terzo Pianeta” sui rifiuti, andata in onda sabato 16 febbraio. Lo spezzone in cui sono stato inserito è stato registrato venerdì 15 nella discarica di Serre. Il mio interlocutore è stato Paolo Degli Espinosa, sostenitore dell’inceneritore di Brescia. Sapevo che non sarei stato trattato alla pari e sospettavo che alcune mie affermazioni potessero essere tagliate, ma pensavo che valesse comunque la pena far sentire una voce fuori dal coro in cui Tozzi canta. In effetti Degli Espinosa ha avuto molto più spazio, con un’intervista iniziale da solo e poi nel dibattito con me. Ma non è stato un fatto negativo, perché ha potuto dire più cose infondate e facilmente smentibili in poche parole. Ciò che non mi aspettavo è invece la quantità dei tagli che sono stati fatti ai miei interventi. Qualche sforbiciata l’avevo messa in conto, ma non è rimasto quasi niente. Faccio l’elenco delle cose che sono state cassate.
1. L’inceneritore è uno sfacelo economico. Senza Cip 6 non se ne farebbero. Dopo che sono stati tolti ai nuovi inceneritori, la gara per completare quello di Acerra è andata deserta e Prodi li ha reintrodotti con un apposito decreto per i tre nuovi impianti previsti in Campania.
2. L’incenerimento è una scelta alternativa alla raccolta differenziata. Se le quantità di rifiuti conferiti a un inceneritore diminuissero e il forno non lavorasse a pieno regime il deficit economico crescerebbe.
3. Ogni mezza parola i politici dicono che dobbiamo stare in Europa. Eppure l’incenerimento è l’opposto delle indicazioni europee sul trattamento dei rifiuti, che prevedono, in ordine: la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio, il recupero energetico senza combustione (fermentazione anaerobica della frazione organica), il recupero energetico con combustione. Questa sequenza me l’ha fatta ripetere una seconda volta. Per tagliarla meglio?
4. Per la parte indifferenziata residua ho descritto il Trattamento Meccanico-Biologico e i suoi vantaggi rispetto all’incenerimento in termini di costi d’investimento, recupero di materia, guadagno economico, impatto ambientale e sulla salute, smaltimento finale dei minimi residui inerti.
5. Di fronte alla (pseudo)argomentazione che le emissioni del traffico sono maggiori di quelle degli inceneritori ho messo in evidenza la sua assurdità logica. Non si possono paragonare le mele con i tacchini. Le emissioni degli inceneritori vanno confrontate con quelle di altri sistemi di trattamento dei rifiuti; quelle del nostro patrimonio edilizio con quelle di case costruite meglio; quelle del traffico automobilistico con quelle di altri sistemi di trasporto.
6. È stata cassata la parte in cui dicevo che le nanopolveri possono essere causa di tumori.
7. Quando Tozzi ha sostenuto che l’incenerimento smaltisce i rifiuti gli ho ricordato la legge di Lavoiser. Anche questa citazione è sparita.
Credo che sia utile far conoscere ai lettori di questo blog questi retroscena, che in ultima analisi sono un segno di debolezza culturale e politica. Se si ricorre a questi mezzi per convincere l’opinione pubblica della bontà di una scelta scellerata in termini economici ed ecologici qual è l’incenerimento, vuol dire che, nonostante la forsennata campagna mediatica in corso, non ci sono riusciti. Anzi, da quel poco che vedo, hanno contribuito a far crescere il numero di chi ne ha giustamente paura e li rifiuta.
Maurizio Pallante
Anno 2006...
http://www.gruppohera.it/gruppo/comunicazione/eventi/-cultura/pagina63.html
Il Gruppo Hera e Mario Tozzi insieme per la raccolta differenziata
Il Gruppo Hera offre la conferenza-spettacolo "TRASH: storie di recuperi, filosofia del naufrago, elogio del vuoto a rendere", a cura di Mario Tozzi.
Nell'ambito della campagna di comunicazione Dire Fare Differenziare Hera promuove cinque conferenze sceniche che vedono come protagonista Tozzi, primo ricercatore del CNR e noto divulgatore televisivo.
Tra giugno e settembre, cinque spettacoli gratuiti (a Modena, Ferrara, Bologna, Rimini e Cesena) sul tema dei rifiuti e sui gesti che ognuno di noi può compiere per trasformarli in risorsa.
CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI
Sabato 24 giugno 2006 - Modena - Giardini Ducali - h. 22.00
Lunedì 10 luglio 2006 - Ferrara - Piazza Castello - h. 22.00
Mercoledì 19 luglio 2006 - Bologna - Piazza Santo Stefano - h. 21.30
Giovedì 24 agosto 2006 - Rimini - Piazza Cavour - h. 21.30
Giovedì 14 settembre 2006 - Cesena - Piazza del Popolo - h. 21.30
http://www.gruppohera.it/gruppo/comunicazione/eventi/-cultura/pagina63.html
-Pallante ha comunque fatto un'ottima figura:L'incenerimanto non aiuta ad incrementare la differenziata a Brescia(Da RAI3)
venerdì 12 settembre 2008
Città che vai,HERA che trovi..
Pubblichiamo dal sito Estense.com
''Ecco perché Hera punta i piedi''
I rifiuti urbani conferiti all’inceneritore di Cassana diminuiscono, non bastano più. Così Hera chiede al TAR di bruciare rifiuti speciali oltre le generose autorizzazioni concesse dalla Provincia (30 mila ton/anno), in spregio degli accordi firmati in fase di VIA con la Circoscrizione.
Medicina Democratica e WWF, appoggiati da gran parte del movimento ambientalista ferrarese, il 28 agosto si opporranno a tale vergognosa pretesa innanzi ai giudici di Bologna, confidando nella giustizia. Ma anche in una autentica resistenza da parte di Comune e Provincia, sottoposti da mesi a stucchevoli pressioni dalla propria “creatura”, con conseguente vulnus della loro credibilità istituzionale e politica.
Per Hera la posta in gioco è altissima, nell’incenerimento dei rifiuti non può perdere un colpo: insieme a quello dell’acqua è il business più remunerativo tra tutte le sue aree di affari.
Nel 2007 i Rifiuti hanno dato ricavi per 540 milioni di euro, con margine operativo lordo di 156, pari al 28,4%. L’Acqua ha generato ricavi per 398 milioni, con margine di 118, pari al 29,8%. Gas (ricavi 915 milioni, margine 11,4%), Energia (ricavi 986, margine 4,3%) e altri servizi (ricavi 159, margine 19,6%), hanno portato più volume, ma meno margine.
Dunque Rifiuti ed Acqua (939 milioni) rappresentano il 32% dei ricavi ed il 60% del margine (275 su 453 totali). Gli altri business hanno portato il 68% dei ricavi (1966 milioni su 2905), ma solo il 40% del margine. Per Hera, insomma, Acqua e Rifiuti sono galline dalle uova d’oro! E’ facile comprenderne i motivi: mercati protetti, privi di concorrenza, alimentati dalle bollette imposte ai cittadini dall’ATO (assemblea dei sindaci) e tariffe stabilite in base ai costi “dichiarati a piè di lista” dai gestori. Perciò ricavi “politici”, garantiti da politici migranti dalle istituzioni alle aziende controllate, e viceversa.
Gas ed Energia invece costituiscono aree di business competitive, dove prezzi e margini sono regolati anche dalla concorrenza: per questo oltre due terzi dei ricavi di Hera (Gas, Energia e Servizi vari) danno margini inferiori a quelli di Rifiuti ed Acqua (7,8% contro 29,2%).
Stando così le cose, Hera non può che perseguire la “mission” rifiuti, rifiuti, rifiuti… da incenerire!
Poco importa se siano urbani o speciali. Peccato che nel 2007, nella totale disinformazione dei cittadini, siano stati smaltiti nelle discariche di Ferrara 112 mila tonnellate di rifiuti speciali, di cui il 41% di provenienza extra provinciale! Dunque Hera vorrebbe riempire l’inceneritore con rifiuti speciali in gran parte importati. Ambiente e salute cederebbero il passo al profitto. Parola dell’onorevole Bratti, indicato dal PD e non scelto dagli elettori, ex assessore ambiente ed ex direttore generale Arpa, che dopo aver regalato alla sua città un mega inceneritore e la Turbogas, ha precisato che bruciare 15 mila tonnellate di rifiuti speciali in più, non fa differenza dal punto di vista sanitario e che la Provincia si sarebbe dimostrata poco intelligente non accontentando Hera!
Ultima riflessione. Nel 2008 Hera ha distribuito 81,3 milioni di utili ai propri azionisti, con una crescita del 18% in cinque anni. Tenuto conto che la quota di capitale sociale in mano pubblica (180 enti) è pari al 58%, molti investitori privati (banche, assicurazioni, movimento cooperativo, industriali), possessori del restante 42%, hanno incassato da Hera circa 34 milioni di euro. Profitti cui hanno contribuito Rifiuti e Acqua pagati dai cittadini, e che finiscono nelle tasche di investitori privati, di certo ostili alla fine anticipata della festa!
La forte domanda privata di dividendi, in presenza di norme che nei prossimi anni imporranno di smaltire meno rifiuti urbani (65% di raccolta differenziata entro il 2012), spinge Hera a tentarle tutte, compreso far causa ai propri soci, pur di bruciare rifiuti speciali, purtroppo abbondanti ed importabili! Perchè la Provincia non alza la testa e continua a tacere sul traffico di rifiuti! Perché Area e Recupera (100% Hera) lo praticano da anni? Ora basta, si smaltiscano in discarica solo gli speciali prodotti in provincia, rifiuti per lo più inerti.
E’ tempo che il PD, la maggioranza ed i loro candidati indichino ai ferraresi dove sia l’interesse collettivo in ciò che sta accadendo. Davvero Sateriale, Tagliani, Montanari, quando svendettero il patrimonio di Agea ad Hera, pensavano di poterla controllare collocando nella stanza dei bottoni ex assessori come Maranini, Chiarini o l’ex funzionario Cavallini, che non risulta abbia mai amministrato almeno un condominio?
Si tratta di inadeguatezza dei decisori o di scambio di ruoli tra chi governa (maggioranza) e chi deve invece sottostare (Hera)?
Valentino Tavolazzi
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=40302&format=html
''Ecco perché Hera punta i piedi''
I rifiuti urbani conferiti all’inceneritore di Cassana diminuiscono, non bastano più. Così Hera chiede al TAR di bruciare rifiuti speciali oltre le generose autorizzazioni concesse dalla Provincia (30 mila ton/anno), in spregio degli accordi firmati in fase di VIA con la Circoscrizione.
Medicina Democratica e WWF, appoggiati da gran parte del movimento ambientalista ferrarese, il 28 agosto si opporranno a tale vergognosa pretesa innanzi ai giudici di Bologna, confidando nella giustizia. Ma anche in una autentica resistenza da parte di Comune e Provincia, sottoposti da mesi a stucchevoli pressioni dalla propria “creatura”, con conseguente vulnus della loro credibilità istituzionale e politica.
Per Hera la posta in gioco è altissima, nell’incenerimento dei rifiuti non può perdere un colpo: insieme a quello dell’acqua è il business più remunerativo tra tutte le sue aree di affari.
Nel 2007 i Rifiuti hanno dato ricavi per 540 milioni di euro, con margine operativo lordo di 156, pari al 28,4%. L’Acqua ha generato ricavi per 398 milioni, con margine di 118, pari al 29,8%. Gas (ricavi 915 milioni, margine 11,4%), Energia (ricavi 986, margine 4,3%) e altri servizi (ricavi 159, margine 19,6%), hanno portato più volume, ma meno margine.
Dunque Rifiuti ed Acqua (939 milioni) rappresentano il 32% dei ricavi ed il 60% del margine (275 su 453 totali). Gli altri business hanno portato il 68% dei ricavi (1966 milioni su 2905), ma solo il 40% del margine. Per Hera, insomma, Acqua e Rifiuti sono galline dalle uova d’oro! E’ facile comprenderne i motivi: mercati protetti, privi di concorrenza, alimentati dalle bollette imposte ai cittadini dall’ATO (assemblea dei sindaci) e tariffe stabilite in base ai costi “dichiarati a piè di lista” dai gestori. Perciò ricavi “politici”, garantiti da politici migranti dalle istituzioni alle aziende controllate, e viceversa.
Gas ed Energia invece costituiscono aree di business competitive, dove prezzi e margini sono regolati anche dalla concorrenza: per questo oltre due terzi dei ricavi di Hera (Gas, Energia e Servizi vari) danno margini inferiori a quelli di Rifiuti ed Acqua (7,8% contro 29,2%).
Stando così le cose, Hera non può che perseguire la “mission” rifiuti, rifiuti, rifiuti… da incenerire!
Poco importa se siano urbani o speciali. Peccato che nel 2007, nella totale disinformazione dei cittadini, siano stati smaltiti nelle discariche di Ferrara 112 mila tonnellate di rifiuti speciali, di cui il 41% di provenienza extra provinciale! Dunque Hera vorrebbe riempire l’inceneritore con rifiuti speciali in gran parte importati. Ambiente e salute cederebbero il passo al profitto. Parola dell’onorevole Bratti, indicato dal PD e non scelto dagli elettori, ex assessore ambiente ed ex direttore generale Arpa, che dopo aver regalato alla sua città un mega inceneritore e la Turbogas, ha precisato che bruciare 15 mila tonnellate di rifiuti speciali in più, non fa differenza dal punto di vista sanitario e che la Provincia si sarebbe dimostrata poco intelligente non accontentando Hera!
Ultima riflessione. Nel 2008 Hera ha distribuito 81,3 milioni di utili ai propri azionisti, con una crescita del 18% in cinque anni. Tenuto conto che la quota di capitale sociale in mano pubblica (180 enti) è pari al 58%, molti investitori privati (banche, assicurazioni, movimento cooperativo, industriali), possessori del restante 42%, hanno incassato da Hera circa 34 milioni di euro. Profitti cui hanno contribuito Rifiuti e Acqua pagati dai cittadini, e che finiscono nelle tasche di investitori privati, di certo ostili alla fine anticipata della festa!
La forte domanda privata di dividendi, in presenza di norme che nei prossimi anni imporranno di smaltire meno rifiuti urbani (65% di raccolta differenziata entro il 2012), spinge Hera a tentarle tutte, compreso far causa ai propri soci, pur di bruciare rifiuti speciali, purtroppo abbondanti ed importabili! Perchè la Provincia non alza la testa e continua a tacere sul traffico di rifiuti! Perché Area e Recupera (100% Hera) lo praticano da anni? Ora basta, si smaltiscano in discarica solo gli speciali prodotti in provincia, rifiuti per lo più inerti.
E’ tempo che il PD, la maggioranza ed i loro candidati indichino ai ferraresi dove sia l’interesse collettivo in ciò che sta accadendo. Davvero Sateriale, Tagliani, Montanari, quando svendettero il patrimonio di Agea ad Hera, pensavano di poterla controllare collocando nella stanza dei bottoni ex assessori come Maranini, Chiarini o l’ex funzionario Cavallini, che non risulta abbia mai amministrato almeno un condominio?
Si tratta di inadeguatezza dei decisori o di scambio di ruoli tra chi governa (maggioranza) e chi deve invece sottostare (Hera)?
Valentino Tavolazzi
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=40302&format=html
mercoledì 10 settembre 2008
Energia pulita per alimentare i camion di Hera
COME PRODURRE DAI RIFIUTI UN CARBURANTE VERDE PER ALIMENTARE I CAMION DI HERA
(e non fargli perdere il finanziamento CIP6)
Questo impianto costa esattamente la cifra che si risparmia con il TMB rispetto alla costruzione del termovalorizzatore e permetterebbe ad Hera di mantenere l'amato finanziamento
Tutti i procedimenti convenzionali destinati al trattamento dei rifiuti
organici come lo smaltimento in discariche, l'incenerimento o il
compostaggio comportano alcuni svantaggi. Il loro trattamento e
sfruttamento con KOMPOGAS presenta invece numerosi vantaggi.
I prodotti finali ottenuti con questo sistema sono per esempio il carburante CO2 neutrale,il gas, l'elettricità e il calore.Per produrre energia dai rifiuti dei
giardini e delle cucine, i rifiuti organici vengono dapprima separati dalle materie indesiderate e caricati poi in un fermentatore. Nel reattore completamente
ermetico, in un processo anaerobico(in assenza di ossigeno) i microrganismi trasformano la materia organica presente in compost e biogas.Il processo termofilo di fermentazione ha luogo ad una temperatura da 55 a 60°C e dura da 15 a 20 giorni.Durante questo processo vengono eliminati affidabilmente i germogli
e semi di erbacce indesiderati.
A seconda della composizione dei rifiuti organici, si producono tra 105
e 130 m3 di biogas per la tonnellata, corrispondenti a ca. 70 litri di benzina.
Il KOMPOGAS (biogas), utilizzabile come carburante per veicoli ma
anche per la produzione di energia elettrica in cogeneratori, è considerato
oggi una delle energie più ecologiche.
- PRESENTAZIONE KOMPOGAS
(e non fargli perdere il finanziamento CIP6)
Questo impianto costa esattamente la cifra che si risparmia con il TMB rispetto alla costruzione del termovalorizzatore e permetterebbe ad Hera di mantenere l'amato finanziamento
Tutti i procedimenti convenzionali destinati al trattamento dei rifiuti
organici come lo smaltimento in discariche, l'incenerimento o il
compostaggio comportano alcuni svantaggi. Il loro trattamento e
sfruttamento con KOMPOGAS presenta invece numerosi vantaggi.
I prodotti finali ottenuti con questo sistema sono per esempio il carburante CO2 neutrale,il gas, l'elettricità e il calore.Per produrre energia dai rifiuti dei
giardini e delle cucine, i rifiuti organici vengono dapprima separati dalle materie indesiderate e caricati poi in un fermentatore. Nel reattore completamente
ermetico, in un processo anaerobico(in assenza di ossigeno) i microrganismi trasformano la materia organica presente in compost e biogas.Il processo termofilo di fermentazione ha luogo ad una temperatura da 55 a 60°C e dura da 15 a 20 giorni.Durante questo processo vengono eliminati affidabilmente i germogli
e semi di erbacce indesiderati.
A seconda della composizione dei rifiuti organici, si producono tra 105
e 130 m3 di biogas per la tonnellata, corrispondenti a ca. 70 litri di benzina.
Il KOMPOGAS (biogas), utilizzabile come carburante per veicoli ma
anche per la produzione di energia elettrica in cogeneratori, è considerato
oggi una delle energie più ecologiche.
- PRESENTAZIONE KOMPOGAS
Vedelago = rifiuti zero
VEDELAGO serve un bacino di un milione di abitanti..
DAL SOLE 24 ORE
- VAI ALL'ARTICOLO IN .PDF
- VIDEOPRESENTAZIONE
http://it.youtube.com/watch?v=VJ7ZWkSPqOM
DAL SOLE 24 ORE
- VAI ALL'ARTICOLO IN .PDF
- VIDEOPRESENTAZIONE
http://it.youtube.com/watch?v=VJ7ZWkSPqOM
Pubblicato da
No inceneritore Raibano
venerdì 5 settembre 2008
La raccolta della plastica non s'a' da fare
L'intervento del Comitato:
Dagli inizi dell'anno osserviamo il collocamento dei cassonetti della raccolta differenziata sul territorio della Provincia di Rimini. Dopo avere segnalato ad Hera e ad ATO che alcuni punti del territorio ne erano sprovvisti e che in altre aree, dove avrebbero dovuto esserci, mancano quelli della plastica o sono insufficienti rispetto al quantitativo di rifiuto plastico conferito dai cittadini, non essendo state colmate queste lacune che da diverso tempo abbiamo segnalato, chiediamo ora ai Comuni della Provincia, qualora non lo avessero ancora fatto, di eseguire il collaudo dei cassonetti per verificare se per l'anno 2007 il servizio fornito da Hera sia stato predisposto in misura adeguata alle necessità.
Ci risulta che il comune di Coriano abbia segnalato ad ATO la mancanza o inadeguatezza sul proprio territorio di almeno cinquanta postazioni.
In base a questo risultato chiediamo ad ATO di multare Hera in quanto responsabile del non raggiungimento dell'obiettivo del 35% di raccolta differenziata concordato per l'anno 2007. Ad oggi questa lacuna non è stata ancora colmata in quanto ci risulta che per l'anno 2008 a Riccione, nel mese di Aprile la raccolta differenziata abbia raggiunto il 43% mentre a maggio sia scesa al 41,90% .
Eppure Hera per l'anno 2008 ha presentato ad ATO un progetto in cui si impegna a raggiungere il 45% e il 50% negli ultimi tre mese dell'anno in corso. Ricordiamo ad ATO che non siamo disposti ad accettare nessun sconto fatto al Gestore sulla raccolta differenziata e ai comuni, che tra l'altro ricevono soldi dai vari consorzi come Conai, Corepla per il conferimento dei rifiuti differenziati, la necessità che l'operato di Hera sia sottoposto ad uno scrupoloso controllo.
Comitato Riccione per l'energia pulita
A pensar male..
la plastica, che rappresenta circa l’11% in peso dei rifiuti urbani, è l’unica frazione merceologica la cui combustione è più vantaggiosa del riciclaggio: ciò è dovuto al suo elevato potere calorifico
http://www.greenpeace.it/inquinamento/inceneritori.htm
Dagli inizi dell'anno osserviamo il collocamento dei cassonetti della raccolta differenziata sul territorio della Provincia di Rimini. Dopo avere segnalato ad Hera e ad ATO che alcuni punti del territorio ne erano sprovvisti e che in altre aree, dove avrebbero dovuto esserci, mancano quelli della plastica o sono insufficienti rispetto al quantitativo di rifiuto plastico conferito dai cittadini, non essendo state colmate queste lacune che da diverso tempo abbiamo segnalato, chiediamo ora ai Comuni della Provincia, qualora non lo avessero ancora fatto, di eseguire il collaudo dei cassonetti per verificare se per l'anno 2007 il servizio fornito da Hera sia stato predisposto in misura adeguata alle necessità.
Ci risulta che il comune di Coriano abbia segnalato ad ATO la mancanza o inadeguatezza sul proprio territorio di almeno cinquanta postazioni.
In base a questo risultato chiediamo ad ATO di multare Hera in quanto responsabile del non raggiungimento dell'obiettivo del 35% di raccolta differenziata concordato per l'anno 2007. Ad oggi questa lacuna non è stata ancora colmata in quanto ci risulta che per l'anno 2008 a Riccione, nel mese di Aprile la raccolta differenziata abbia raggiunto il 43% mentre a maggio sia scesa al 41,90% .
Eppure Hera per l'anno 2008 ha presentato ad ATO un progetto in cui si impegna a raggiungere il 45% e il 50% negli ultimi tre mese dell'anno in corso. Ricordiamo ad ATO che non siamo disposti ad accettare nessun sconto fatto al Gestore sulla raccolta differenziata e ai comuni, che tra l'altro ricevono soldi dai vari consorzi come Conai, Corepla per il conferimento dei rifiuti differenziati, la necessità che l'operato di Hera sia sottoposto ad uno scrupoloso controllo.
Comitato Riccione per l'energia pulita
A pensar male..
la plastica, che rappresenta circa l’11% in peso dei rifiuti urbani, è l’unica frazione merceologica la cui combustione è più vantaggiosa del riciclaggio: ciò è dovuto al suo elevato potere calorifico
http://www.greenpeace.it/inquinamento/inceneritori.htm
Pubblicato da
No inceneritore Raibano
martedì 2 settembre 2008
RI fiuto: RI duco e RI ciclo per vivere meglio Strategie e buone pratiche di gestione dei rifiuti
Strategie alternative e buone pratiche di gestione dei rifiuti:
a ottobre se ne parla a Gambettola
Primo convegno nazionale su ambiente, salute ed energia
RIfiuto: RIduco e RIciclo per vivere meglio
Strategie e buone pratiche di gestione dei rifiuti
Fotografare la situazione italiana di oggi, individuare gli effettivi rischi per la nostra salute, sottolineare i limiti delle strategie in uso, proporre alternative quotidiane e concrete, dar voce a chi ha già messo in atto pratiche virtuose: questi sono gli obiettivi del convegno RIfiuto: RIduco e RIciclo per vivere meglio, che si terrà a Gambettola, a pochi chilometri da Cesena, il 25 e il 26 Ottobre 2008.
Attraverso l’intervento di oltre quindici autorevoli scienziati e ricercatori, tra cui Paul Connett, teorico della famosa "Strategia Rifiuti Zero", Stefano Montanari, scienziato e divulgatore di fama internazionale nonché coordinatore del convegno, Paolo Ermani, vicepresidente del Movimento della Decrescita Felice, Gianni Tamino, biologo e già membro del Parlamento Europeo e Giusy Iuliano, giornalista campana, l’obiettivo sarà quello di far emergere le strategie per una gestione responsabile dei rifiuti: a partire da quella fondamentale della riduzione e proseguendo con quelle legate alla raccolta e al riutilizzo dei rifiuti.
Organizzato e promosso dal Gruppo Editoriale Macro, il convegno rappresenterà un momento di informazione, conoscenza e confronto utile e interessante per un pubblico ampio, costituito da studenti, scuole e famiglie – l’ingresso sarà gratuito per i minori di 16 anni –, così come da imprese e professionisti del settore.
Sabato 25 Ottobre il convegno si aprirà con una fotografia dell’attuale situazione dei rifiuti in Italia, con un’attenzione particolare rivolta alla Campania, mentre il pomeriggio, dedicato alle strategie alternative, vedrà tra gli altri anche l’attesissimo intervento di Paul Connet. La serata prevederà invece una tavola rotonda sulla gestione dei rifiuti in Romagna, per rivolgere uno sguardo alla situazione locale.
La mattina di Domenica 26 Ottobre sarà riservata ai virtuosi: istituzioni, associazioni e soggetti privati condivideranno con il pubblico le buone pratiche che concretamente stanno già mettendo in atto nella gestione dei rifiuti. Concluderà il convegno la sessione dedicato alla salute, per scoprire quali sono gli effettivi pericoli di inceneritori e discariche.
Primo convegno nazionale su ambiente, salute ed energia
RIfiuto: RIduco e RIciclo per vivere meglio
Strategie e buone pratiche di gestione dei rifiuti
http://www.ilconsapevole.it/evento.php?id=870
a ottobre se ne parla a Gambettola
Primo convegno nazionale su ambiente, salute ed energia
RIfiuto: RIduco e RIciclo per vivere meglio
Strategie e buone pratiche di gestione dei rifiuti
Fotografare la situazione italiana di oggi, individuare gli effettivi rischi per la nostra salute, sottolineare i limiti delle strategie in uso, proporre alternative quotidiane e concrete, dar voce a chi ha già messo in atto pratiche virtuose: questi sono gli obiettivi del convegno RIfiuto: RIduco e RIciclo per vivere meglio, che si terrà a Gambettola, a pochi chilometri da Cesena, il 25 e il 26 Ottobre 2008.
Attraverso l’intervento di oltre quindici autorevoli scienziati e ricercatori, tra cui Paul Connett, teorico della famosa "Strategia Rifiuti Zero", Stefano Montanari, scienziato e divulgatore di fama internazionale nonché coordinatore del convegno, Paolo Ermani, vicepresidente del Movimento della Decrescita Felice, Gianni Tamino, biologo e già membro del Parlamento Europeo e Giusy Iuliano, giornalista campana, l’obiettivo sarà quello di far emergere le strategie per una gestione responsabile dei rifiuti: a partire da quella fondamentale della riduzione e proseguendo con quelle legate alla raccolta e al riutilizzo dei rifiuti.
Organizzato e promosso dal Gruppo Editoriale Macro, il convegno rappresenterà un momento di informazione, conoscenza e confronto utile e interessante per un pubblico ampio, costituito da studenti, scuole e famiglie – l’ingresso sarà gratuito per i minori di 16 anni –, così come da imprese e professionisti del settore.
Sabato 25 Ottobre il convegno si aprirà con una fotografia dell’attuale situazione dei rifiuti in Italia, con un’attenzione particolare rivolta alla Campania, mentre il pomeriggio, dedicato alle strategie alternative, vedrà tra gli altri anche l’attesissimo intervento di Paul Connet. La serata prevederà invece una tavola rotonda sulla gestione dei rifiuti in Romagna, per rivolgere uno sguardo alla situazione locale.
La mattina di Domenica 26 Ottobre sarà riservata ai virtuosi: istituzioni, associazioni e soggetti privati condivideranno con il pubblico le buone pratiche che concretamente stanno già mettendo in atto nella gestione dei rifiuti. Concluderà il convegno la sessione dedicato alla salute, per scoprire quali sono gli effettivi pericoli di inceneritori e discariche.
Primo convegno nazionale su ambiente, salute ed energia
RIfiuto: RIduco e RIciclo per vivere meglio
Strategie e buone pratiche di gestione dei rifiuti
http://www.ilconsapevole.it/evento.php?id=870
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No inceneritore Raibano
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